Secondo l’Enea la definizione più corretta di APE (attestato di prestazione energetica) è la seguente:
L’APE, o anche, comunemente, “certificato energetico” è un documento che attesta la prestazione e la classe energetica di un immobile e indica gli interventi migliorativi più convenienti.
Attraverso l’APE infatti si determinano il fabbisogno energetico dell’edificio, le emissioni di anidride carbonica e l’impiego di fonti rinnovabili di energia, che incidono sui costi di gestione e sull’impatto ambientale dell’immobile.
Il cittadino è guidato verso una scelta consapevole nel caso di acquisto, locazione o di recupero (ristrutturazione o riqualificazione).
Aldilà del significato di questo documento vi starete chiedendo quando è obbligatorio e come si ottiene o chi deve pagarlo.
Non preoccupatevi stiamo facendo questa guida per darvi tutte le indicazioni valide nel 2022.
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Quando è obbligatoria l’APE?
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Quando un immobile è esente dalla certificazione energetica?
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Chi redige il certificato di prestazione energetica?
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Quali documenti servono per fare la certificazione energetica? Come viene redatta?
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Quanto costa l’attestato di prestazione energetica?
Quando è obbligatoria l’APE?
Secondo la normativa vigente, in particolare nel D.M. 26/06/2015 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici) e nel DM in conformità alla direttiva europea, l’APE va realizzato dal 1° Luglio 2009 in caso di compravendita di immobili e dal 1° Luglio 2010 in caso di locazione. Dal Gennaio 2012 negli annunci immobiliari vanno inseriti gli indici di prestazione energetica (valore in kwh/mq anno).
Inoltre l’APE è obbligatoria qualora gli immobili siano di nuova costruzione ovvero quando siano sottoposti a modifiche rilevanti per almeno il 50% della parte esterna o dell’impianto di riscaldamento e/o raffrescamento. La certificazione APE va allegata al contratto ufficiale in caso di compravendita o affitto di immobili o singoli appartamenti, quando si presentano pubblicamente annunci immobiliari di compravendita o affitto, quando si tratta di edificio pubblico con superficie utile maggiore di 250 mq., quando si tratta di contratti gestiti dalla Pubblica Amministrazione e in diversi casi per accedere ad agevolazioni edilizie come Ecobonus o Superbonus 110%
Quando un immobile è esente dalla certificazione energetica?
Il certificato non deve essere redatto nei seguenti casi:
- i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati.
- i fabbricati industriali e artigianali – quando gli ambienti sono riscaldati (o raffrescati) per esigenze del processo produttivo; quando le attività svolte al loro interno non ne prevedano il riscaldamento o la climatizzazione.
- quando gli ambienti sono riscaldati utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili.
- edifici in cui non è prevista la permanenza di occupanti (residenti o lavoratori) e in cui non è prevedibile/necessario un clima abitativo.
- edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività religiose (es. chiese)
- i ruderi, purché vengano espressamente dichiarati come tali nell’atto notarile INSIEL
- i fabbricati in costruzione per i quali non si disponga dell’abitabilità/agibilità al momento della compravendita: immobili venduti come “scheletro strutturale” oppure immobili venduti “al rustico”, purché vengano espressamente dichiarati come tali nell’atto notarile.
- i manufatti comunque, non riconducibili alla definizione di edificio per esempio: una piscina all’aperto, una serra non realizzata con strutture edilizie, ecc.
Inoltre, non è obbligatoria in caso di sostituzione della caldaia, radiatori, infissi e finestre o impianto di riscaldamento, installazione del cappotto termico o pompa di calore (raffrescamento: climatizzatore, condizionatore), frazionamento, cambio di destinazione d’uso, rifacimento del tetto, a seguito di relazione energetica “ex legge 10”. Ma andrà comunque aggiornata nei casi previsti dalla legge.
Chi redige il certificato di prestazione energetica?
L’attestato di prestazione energetica viene redatto da un “soggetto accreditato” chiamato certificatore energetico. La formazione, la supervisione e l’accreditamento dei professionisti viene gestita dalle Regioni con apposite leggi locali. Circa la metà delle Regioni italiane ancora non hanno adottato delle normative proprie, in questo caso la legge vigente è quella nazionale (Dlgs. 192/05). Dal 1 Ottobre 2015 la normativa promuove di redigere gli APE secondo organizzazione, controllo e metodi nazionali.
Quali documenti servono per fare la certificazione energetica? Come viene redatta?
La certificazione Ape 2022, come confermato dalla nuova Legge di Bilancio, deve contenere determinati valori specifici:
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La qualità energetica dell’edificio o della sua parte in questione
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Il dato relativo alla quantità di CO2 emessa e la quantità di energia utilizzata dai sistemi di utilizzo energetico
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Gli indici di efficienza energetica complessiva
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I requisiti minimi di prestazione energetica
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La classe energetica di appartenenza dell’immobile
Quanto costa l’attestato di prestazione energetica?
Un’attestazione di prestazione energetica ha un costo che si colloca nella fascia medio-alta. Infatti, il prezzo di un APE a struttura varia dai 150,00 € ai 250,00 €. Naturalmente, tale costo dipende dal luogo geografico in cui è collocato un immobile, nonché dalle sue specifiche peculiarità. Effettivamente, le strutture quali:
- Ville
- Negozi
- Ville a schiera
- Uffici
necessitano di un attestato di prestazione energetica più costoso. Va sottolineato che la differenza di prezzo tra le varie città e regioni non è dovuta a un differente modo di procedere con il sopralluogo per la valutazione energetica dell’appartamento, ma solo a differenti prezzi di mercato. La modalità per redigere l’APE, infatti, è unica per tutta l’Italia.